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Gestione attiva

Che cos'è la Gestione Attiva?

La gestione attiva è una strategia di investimento che mira a superare il rendimento di un indice di riferimento specifico, o benchmark, attraverso decisioni di acquisto, vendita o mantenimento dei titoli basate sull'analisi di mercato. Rientra nella più ampia categoria della gestione del portafoglio. A differenza di un approccio che replica passivamente un indice, i gestori attivi cercano di identificare opportunità di mercato, selezionando titoli che ritengono sottovalutati o vendendo quelli che considerano sopravvalutati, al fine di generare un "alpha", ovvero un rendimento superiore a quello del benchmark stesso.

Storia e Origine

La pratica di gestire attivamente gli investimenti ha radici profonde nella storia finanziaria, precedendo l'avvento dei moderni fondi comuni e degli Exchange-Traded Fund (ETF). Già nel XVIII secolo, in Olanda, emersero forme rudimentali di fondi comuni, con l'obiettivo di raggruppare il denaro degli investitori per acquistare portafogli diversificati di titoli. Tuttavia, la vera nascita dei fondi comuni aperti, che avrebbero poi ospitato gran parte della gestione attiva, si fa risalire al 1924 negli Stati Uniti con la creazione del Massachusetts Investors Trust a Boston. Questo fondo introdusse il concetto di mettere in comune le risorse di più investitori per acquisire un portafoglio diversificato di titoli, offrendo la flessibilità di comprare e vendere quote al valore patrimoniale netto (NAV) calcolato alla fine di ogni giornata di negoziazione. Nel co4rso del XX secolo, con la crescente complessità dei mercati e la disponibilità di maggiori informazioni, l'approccio di gestione attiva è diventato la metodologia predominante, con gestori che si affidavano a analisi fondamentale e analisi tecnica per prendere decisioni d'investimento.

Punti Chiave

  • La gestione attiva mira a battere il mercato o un benchmark specifico attraverso la selezione dei titoli e il market timing.
  • I gestori attivi prendono decisioni strategiche su quali titoli acquistare, vendere o detenere, basandosi sulla loro ricerca e previsioni.
  • Questa strategia spesso comporta commissioni di gestione più elevate rispetto alla gestione passiva a causa dell'intensiva ricerca e delle frequenti negoziazioni.
  • Il successo della gestione attiva dipende in gran parte dall'abilità del gestore nel generare un "alpha", cioè un rendimento eccedente rispetto al mercato.
  • Implica un maggiore rischio attivo, ovvero il rischio che il portafoglio non riesca a seguire o a superare il proprio benchmark.

Interpretazione della Gestione Attiva

La gestione attiva è interpretata come un approccio che cerca di capitalizzare le inefficienze del mercato. Un gestore attivo crede che, attraverso una ricerca approfondita e un giudizio esperto, sia possibile identificare titoli il cui prezzo di mercato non riflette pienamente il loro valore intrinseco. Questa prospettiva si contrappone all'ipotesi dei mercati efficienti, secondo la quale tutte le informazioni disponibili sono già incorporate nei prezzi dei titoli, rendendo difficile o impossibile battere consistentemente il mercato.

Per valutare l'efficacia della gestione attiva, gli investitori e gli analisti esaminano diverse metriche, tra cui il rendimento aggiustato per il rischio (ad esempio, l'indice di Sharpe o l'indice di Sortino), l'alpha (il rendimento in eccesso rispetto al benchmark del fondo) e il tracking error (la deviazione del rendimento del fondo dal suo benchmark). Un alpha positivo sostenuto e un tracking error controllato sono segni di una gestione attiva potenzialmente efficace.

Esempio Ipotetico

Immaginiamo un fondo comune che segue una strategia di gestione attiva nel settore tecnologico. Il suo benchmark è l'indice azionario delle grandi capitalizzazioni tecnologiche. Il gestore del fondo, attraverso un'approfondita analisi fondamentale delle aziende, identifica una start-up tecnologica emergente che ritiene sarà leader nel suo campo nei prossimi anni, ma il cui potenziale non è ancora pienamente riconosciuto dal mercato.

Decide quindi di allocare una parte significativa del portafoglio del fondo in questa start-up, pur non essendo ancora un componente rilevante del benchmark. Contemporaneamente, il gestore riduce l'esposizione a un'altra azienda tecnologica consolidata, che, pur essendo presente nel benchmark, secondo la sua analisi ha un potenziale di crescita limitato e un'alta volatilità.

Se la start-up performa eccezionalmente bene, superando le aspettative del mercato, e l'azienda consolidata sottoperforma, la decisione del gestore attivo avrà generato un rendimento superiore a quello del benchmark, dimostrando l'efficacia della sua strategia. Al contrario, se le sue previsioni si rivelano errate, il fondo potrebbe sottoperformare il benchmark.

Applicazioni Pratiche

La gestione attiva trova applicazione in svariati ambiti del mondo finanziario:

  • Fondi Comuni di Investimento: La maggior parte dei fondi comuni tradizionali sono gestiti attivamente, con un team di professionisti che seleziona i titoli al fine di raggiungere gli [obiettivi di investimento](https://diversification.com/term/obiettivi-di investimento) specifici del fondo.
  • Hedge Funds: Questi veicoli d'investimento utilizzano strategie di gestione attiva più complesse e spesso aggressive, puntando a generare rendimenti elevati in qualsiasi condizione di mercato.
  • Gestione Patrimoniale Individuale: I gestori patrimoniali spesso applicano principi di gestione attiva per costruire e gestire portafogli personalizzati per clienti ad alto patrimonio netto, adattando le strategie di investimento alle loro esigenze specifiche.
  • Fondi Pensione e Fondi Sovrani: Anche grandi istituzioni come fondi pensione e fondi sovrani impiegano strategie di gestione attiva per far crescere il proprio capitale nel lungo termine, allocando risorse a gestori specializzati in diverse classi di attività.

Le autorità di regolamentazione, come la Securities and Exchange Commission (SEC) negli Stati Uniti, impongono ai fondi comuni di investimento di divulgare in modo trasparente le proprie commissioni di gestione e le spese. Questa trasparenza è f3ondamentale affinché gli investitori possano valutare il costo della gestione attiva rispetto ai potenziali rendimenti attesi.

Limiti e Critiche

Nonostante il potenziale di generare un "alpha" superiore, la gestione attiva è oggetto di diverse critiche e presenta limiti significativi:

  • Difficoltà nel Battere il Mercato: Numerosi studi, come le ricerche S&P Indices Versus Active (SPIVA) di S&P Dow Jones Indices, mostrano che una parte significativa dei fondi a gestione attiva non riesce a superare i propri benchmark su periodi prolungati, soprattutto dopo aver dedotto le commissioni di gestione.
  • Costi Elevati: La 2ricerca intensiva, l'analisi e le frequenti negoziazioni associate alla gestione attiva comportano commissioni di gestione e costi di transazione più elevati rispetto alla gestione passiva. Questi costi possono erodere in modo significativo il rendimento netto per l'investitore.
  • Ipotesi dei Mercati Efficienti: La teoria dell'ipotesi dei mercati efficienti, formulata da Eugene Fama, suggerisce che i prezzi dei titoli riflettono rapidamente tutte le informazioni disponibili. Di conseguenza, è difficile1, se non impossibile, ottenere sistematicamente rendimenti in eccesso attraverso la selezione dei titoli o il market timing.
  • Rischio del Gestore: Il rendimento di un fondo a gestione attiva dipende fortemente dall'abilità e dal giudizio del singolo gestore o del team di gestione. Cambiamenti nel team, errori di giudizio o strategie inefficaci possono portare a una sottoperformance.
  • Volatilità e Coerenza: I fondi a gestione attiva possono presentare una maggiore volatilità rispetto ai fondi passivi, in quanto si discostano intenzionalmente dal benchmark. Inoltre, la coerenza nel superare il benchmark è spesso un problema, con molti fondi che mostrano cicli di sovraperformance e sottoperformance.

Gestione Attiva vs. Gestione Passiva

La distinzione tra gestione attiva e gestione passiva è fondamentale nel mondo degli investimenti e rappresenta una scelta strategica per gli investitori. Mentre la gestione attiva cerca di "battere" il mercato attraverso una selezione di titoli discrezionale e il market timing, la gestione passiva adotta un approccio differente.

La gestione passiva mira a replicare il più fedelmente possibile la performance di un indice di mercato specifico, come l'S&P 500, acquistando i titoli che compongono quell'indice nelle stesse proporzioni. Gli Exchange-Traded Fund (ETF) e i fondi indice sono esempi tipici di veicoli di investimento a gestione passiva.

La principale differenza risiede nella filosofia e nel costo. La gestione attiva si basa sulla convinzione che sia possibile trovare titoli sottovalutati o aree di inefficienza nel mercato, giustificando commissioni di gestione più elevate e maggiori costi di negoziazione. Al contrario, la gestione passiva parte dal presupposto che il mercato sia efficiente e che tentare di superarlo sia difficile e costoso. Pertanto, i fondi passivi hanno tipicamente commissioni di gestione molto più basse e un basso portfolio turnover.

La confusione spesso nasce dal fatto che entrambi gli approcci mirano a fornire rendimenti agli investitori. Tuttavia, la gestione attiva cerca di generare un "alpha" attraverso decisioni specifiche, accettando un maggiore rischio attivo, mentre la gestione passiva si accontenta di ottenere il rendimento del benchmark, con l'obiettivo di minimizzare le commissioni di gestione e il tracking error.

Domande Frequenti

Qual è l'obiettivo principale della gestione attiva?

L'obiettivo principale della gestione attiva è superare la performance di un benchmark di mercato specifico, generando un rendimento superiore a quello che si otterrebbe replicando passivamente l'indice.

La gestione attiva è sempre migliore della gestione passiva?

No, non è sempre migliore. Sebbene la gestione attiva abbia il potenziale per superare il mercato, molti studi indicano che la maggior parte dei fondi a gestione attiva non riesce a battere i propri benchmark su periodi prolungati, specialmente dopo aver considerato le commissioni di gestione più elevate. La scelta dipende dagli obiettivi di investimento e dalla tolleranza al rischio dell'investitore.

Quali sono i costi associati alla gestione attiva?

I costi associati alla gestione attiva includono principalmente le commissioni di gestione annuali, che sono più alte rispetto ai fondi passivi, e i costi di transazione derivanti dalle frequenti operazioni di acquisto e vendita di titoli all'interno del portafoglio.

Cosa significa "alpha" nel contesto della gestione attiva?

L'"alpha" è una misura del rendimento di un investimento rispetto al rendimento di un benchmark di riferimento, dopo aver aggiustato per il rischio. Un alpha positivo indica che il gestore ha generato un rendimento superiore a quello che ci si aspetterebbe dato il rischio assunto.

La gestione attiva è adatta a tutti gli investitori?

La gestione attiva può essere più adatta a investitori con obiettivi di investimento specifici, una maggiore tolleranza al rischio e la comprensione che un potenziale rendimento superiore è accompagnato da commissioni di gestione più elevate e dal rischio di sottoperformance. Per molti investitori, la gestione passiva offre un approccio più semplice e con costi inferiori per raggiungere la diversificazione e il rendimento del mercato.

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